Roma. Le magie d’arte da Artefici d’interni, incontri nell’atelier di Alecci e Di Paola
Qui a Roma, dando le spalle al Colosseo si può assistere a svariate magie d’arte. Per esempio: case in vendita a prezzi irrisori, ma questa non è una bella storia, quindi ne racconteremo un’altra. Una in cui l’arte si combina con la praticità per far diventare il bello e l’utile. Questa storia è creata e illustrata da Alecci e Di Paola, www.aleccidipaola.it.
Li abbiamo incontrati nel loro studio Artefici d’interni, il 14 giugno 2010, in occasione del vernissage dell’esposizione delle ceramiche di Lunarte (www.lunarte.it) e della presentazione dei gioielli di Annalisa Curatore
Fabio Alecci ci accoglie nell’atelier e ci racconta la storia di come nasce un “arteficio” che ha vita da oltre nove anni e apre le porte due volte all’anno ad altri artisti.
Creiamo complementi d’arredo con materiali di riciclo. Ad esempio la rete di una gabbia per polli o i rami di limone.
Usate tecniche particolari per combinare questi materiali?
Dipende, lavoriamo i materiali con sabbia vulcanica, ad esempio. Quello che vogliamo è rendere un oggetto unico e dargli nuova vita.
Una chaise longue rivestita di PVC contiene i tasti di un antico pianoforte a coda e mantiene la sua morbidezza con il crine vegetale. Indiscutibilmente un oggetto particolare.
Tutti gli oggetti qui sono unici?
Assolutamente sì! Anche lo specchio diventa unico perché ha in sé il fotogramma di un cortometraggio. Alecci ci indica Gianluca Esposito e Lavinia di Palma, i due ceramisti ospiti dell’atelier.
Loro erano i protagonisti del cortometraggio, ci piaceva la loro espressione e l’abbiamo usata per questo specchio incorniciato dai rami di limone siciliani.
Fabio, tiene a sottolineare l’origine di quei rami trasformati in manici e in artigli di una cornice. Anche lui è siciliano come Annalisa Curatore, l’orafa siciliana che ha realizzato una serie di gioielli in plastica riciclata in esclusiva per lo show room di via del Cardello 14, Roma.
Noi amiamo le collaborazioni. Per questo apriamo lo spazio due volte all’anno ad altri artisti. Con Annalisa abbiamo avviato una collaborazione, le abbiamo realizzato i componenti, abbiamo lavorato le plastiche che utilizziamo per lampade e altro, in genere, e lei ne ha fatto gioielli.
Ogni oggetto qui non si esaurisce in un’unica definizione. È un mobile o una scultura, è un gioiello o un esperimento di riciclo, qual è il filo conduttore di queste creazioni?
Il surreale, forse. A noi piace la creazione del mobile fantastico.
Anche Dalì e Gaudì realizzavano mobili, il mobile fantastico non è una novità. Interviene Walter Di Paola, architetto romano, creatore assieme ad Alecci degli oggetti unici che occupano l’atelier.
La sperimentazione è il fil rouge dello spazio, i titolari creano accoglienza a chi tra i loro amici affronta un percorso d’arte innovativo e classico al contempo.
Le ceramiche di Gianluca Esposito e Lavinia Palma rispondono a questo dettame.
Dove si trova il vostro laboratorio?
Il laboratorio è di Lavinia, ci risponde Gianluca, si chiama Lunarte e si trova in zona San Lorenzo.
Qui vedo teiere particolarissime quale è stata la più complessa?
Pinocchio. Ma sol tecnicamente è stata la teiera più complicata. Ma l’aspetto divertente di questo lavoro è stato trovare le soluzioni. Le cosa più complicata forse è rispettare i tempi tecnici con l’idea.
Come nasce l’idea di una teiera che rappresenta il protagonista di una favola?
Partendo da un oggetto d’suo, ci piaceva trasformarlo in un oggetto artistico.
Quali immagine vi ispira?
L’illustrazione classica, i libri di infanzia dei primi del ‘900, e la riscoperta dell’acquarello, questo è un richiamo nei nostri lavori.
Le teiere che descrive Gianluca Esposito non sono delle semplici teiere, ma delle ricostruzioni delle illustrazioni antiche delle favole. I protagonisti sono Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Gatto con gli stivali e Pinocchio, e poi, in mostra un bel po’ di ochette, tutte bianche e con la cuffietta, come immaginare altrimenti un’oca?
Artefici d’interni è uno spazio dedicato al recupero e creazione. Il nuovo e la riscoperta del passato è la combinazione costante di questo spazio, dove gli artifici riescono ancora a compiersi e grazie all’arte e all’ingegno. Mobili inutilizzabili che scoprono una nuova vita e una nuova identità, gioielli di plastica che imitano i fiori e le pietre naturali, e ceramiche le cui forme sembrano progettate da un illustratore di antiche fiabe. Le molteplici visioni dell’atelier Alecci e di Paola riescono a combinarsi perché hanno un’unica prospettiva quella artistica.