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MIBAC, la tradizione sartoriale italiana di Gattinoni è patrimonio culturale e dichiarato di interesse storico importante

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Un grande archivio, tessuti, fotografie, 400 abiti e 1200 bozzetti della casa di moda ha vestito donne celebri e attrici di Hollywood.

 Il ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dichiarato l’archivio della maison Gattinoni «patrimonio culturale italiano».

L’archivio dell’atelier fondato a Roma nel 1946 da Fernanda Gattinoni è stato dichiarato di interesse storico importante e pertanto sottoposto alla disciplina del codice dei Beni culturali e del paesaggio.

«La Maison Gattinoni - ha dichiarato la Soprintendenza Archivistica per il Lazio conserva il patrimonio legato alla prestigiosa attività della sartoria d’alta moda femminile che, oltre a vestire donne celebri conserva all’interno una documentazione - 400 abiti, 1200 bozzetti originali dal 1946 a oggi, materiale ricamo e lavorazioni sartoriali dagli anni 30 a oggi, tessuti dal 1946, fotografie, materiale audiovisivo e una rassegna stampa che va dal 1950 a oggi - di notevole interesse storico per la storia della moda, del cinema e della tradizione sartoriale italiana».

Ecco che ufficialmente il Vintage di qualità entra a vele spiegate nel patrimonio culturale italiano. Segnale di identità, cultura, qualità di ricerca, maestria di esecuzione: il grande prodotto sartoriale italiano è degno quindi della massima attenzione storico/artistica, mentre già da anni nelle aste prima internazionali e poi in quelle nazionali, nelle mostre di antiquariato come pure nelle fiere antiquarie di qualità è  oggetto di cult e di collezionismo.  Assieme a quello degli accessori di abbigliamento. Il tutto da non confondere però con il “second hand”, il semplice usato,  di mercatini qualsiasi.

Questa attenzione ormai sancita, apre la strada alla ricerca anche in un nuovo filone: il Vintage tecnologico: Se la radio Brionvega è ormai in qualsiasi libro di collezionismo di modernariato, presto, dopo la famosa  Divisumma Olivetti,  toccherà anche al vecchio Commodore 64. Questione di tempo, poco, ma tutto diventa rapidamente storia, senza aspettare i canonici 50 anni. Gli antiquari ci diano attenzione.

Fernanda Gattinoni nell’immediato dopoguerra aprì atelier a Roma, a Porta del Popolo per spostarsi due anni dopo in un spazio più grande, nel quale in circa mille metri quadri dava lavoro a 120 lavoranti, luogo di creatività e di operosità simbolo anche della rinascita economica e culturale del paese. Erano gli anni de Le ragazze di Piazza di Spagna, appena ieri ritrasmesso in Tv, con una splendida Lucià Bosè, e giovanissimi, Renato Salvadori e Marcello Mastroianni.,
In quel periodo Gattinoni veste Audrey Hepburn per “Guerra e pace”, ottenendo la nomination al premio Oscar per i costumi. Fra le tante dive di quegli anni, divennero sue abituali clienti Ingrid Bergman, Anna Magnani, Lucia Bosè, Ava Gardner, Kim Novak.

Dopo una vita di lavoro spesa a creare abiti meravigliosi, Fernanda Gattinoni si è spenta il 26 novembre 2002 a 96 anni nella sua casa romana.

Il suo lavoro è stato anche riconosciuto attraverso le più alte onorificenze dello stato: è stata infatti eletta due volte “Cavaliere del Lavoro” e “Cittadino italiano nel mondo”.

Dalla metà degli anni ‘80 il nome Gattinoni subisce una serie di stravolgimenti, soprattutto sul piano della conduzione se non dello stile. Il figlio Raniero porta avanti la nobile tradizione reinventando e attualizzando le caratteristiche tipiche dell’etichetta, ma nel 1993, scompare prematuramente.

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Con la fondatrice ormai anziana, le redini e la cura di tutte le linee che portano la griffe Gattinoni furono prese da Guillermo Mariotto, allora giovane stilista