Milano, imperdibile fascino e insegnamento dei libri scampati al rogo dei due filosofi perseguitati come eretici, Giordano Bruno e Tommaso Campanella
2 Set 2009 | Segnalati, Gallerie, featured
Proibiti per sempre dalla Chiesa. “Iordani Bruni Nolani libri scripta omnino prohibentur”; “Thomae Campanellae opera omnia omnino tolluntur”
Da non perdere la mostra alla Fondazione Biblioteca di via Senato ove è esposta per la prima volta fuori Roma la sentenza di condanna del Giordano Bruno. In bacheca le rarissime opere dei due filosofi accomunati da carte, esilio e destino. L’importante occasione anche dal 75° congresso mondiale dell’ IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) è un altro tassello importante lo sviluppo di strumenti di carattere bibliografico e iconografico. L’evento è curato da Eugenio Canone e Annette Popel Pozzo.
In epoca di diffusa e quotidiana criminalizzazione non solo di personaggi noti e potenti, ma ormai di chiunque, ove il moderno rogo inquisitorio mediatico e di bassa cucina politica, condanna con scarse possibilità di appello, una mostra solo apparentemente per bibliofili, ma in realtà per tutti, fa ripercorrere un cammino violento, doloroso ed emblematico, non sempre sufficientemente ricordato .
Vero: Bruno e Campanella non hanno la notorietà di Galileo, quindi per loro poche e sfumate tardive scuse, ma per fortuna c’è l’ammenda molto meritoria di studiosi e bibliofili.
Ecco allora da non perdere alla Fondazione Biblioteca di via Senato Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Opera Omnia, ove è esposta per la prima volta fuori Roma la sentenza di condanna del Giordano Bruno. In bacheca le rarissime opere dei due filosofi accomunati da carte, esilio e destino.
Attraverso i libri sottratti al rogo, e finalmente riuniti insieme un’immersione nel pensiero di straordinari e perseguitati eretici, le cui opere sono scampate ai roghi dell’Inquisizione.
E’ la prima volta che l’opera completa di Campanella e un numero notevole delle prime edizioni delle opere di Bruno vengono esposte. I due filosofi emblematici del Cinquecento e Seicento vengono mostrati, attraverso le loro opere, nel loro comune tragico destino, con opere a stampa che raccontano l’esilio e le persecuzioni cui furono soggetti i due pensatori. In tutto ci sono quaranta opere di Campanella e venti di Giordano Bruno. Nessuna biblioteca del mondo ha un fondo simile.
Mentre Giordano Bruno fini al rogo, Campanella fu più volte arrestato e condannato, ma riuscì a salvarsi dalle torture fingendosi pazzo. Il suo presunto stato mentale non poté, però evitargli il carcere: rimase rinchiuso per 27 anni, durante i quali trovò la forza per continuare a scrivere, specialmente di filosofia. Fu proprio durante la prigionia che compose un’opera dedicata a Galileo, del quale apprezzava incondizionatamente (e pericolosamente) il lavoro ed il pensiero.
L’importanza della Mostra consiste proprio nel riunire un numero notevole delle rarissime prime edizioni delle opere del Nolano con l’opera in prima edizione pressoche’ completa di Campanella, affiancata in molti casi dalle non meno rare seconde e terze edizioni o contraffazioni. Tutti i volumi esposti di Bruno e Campanella fanno parte oggi del Fondo antico della Biblioteca di via Senato, un patrimonio storico-filosofico di enorme interesse: un ulteriore importanza deriva dalle provenienze illustri, talune di amici dei due filosofi, che fanno rivivere l’atmosfera dell’epoca.
La Sala che ospita la mostra è quella Tommaso Campanella, dove è esposto anche un dipinto di un anonimo pittore poco prima della morte del filosofo, il 21 maggio 1639.
Il percorso espositivo si sviluppa in maniera cronologica, per cui al termine delle opere di Bruno in bacheca trasparente, con il ‘recto’ di una carta manoscritta che contiene i nomi del cardinale Roberto Bellarmino e degli altri inquisitori, per la prima volta in assoluto è in visione fuori Roma la sentenza di condanna di Giordano Bruno, datata ‘8 febbraio 1600. Un documento unico e di valore inestimabile, oggi custodito nell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede nella Città del Vaticano.
Roma: pochi giorni dopo la sentenza, il 17 febbraio 1600, Bruno, ‘eretico pertinace e con la lingua in giova’, verrà arso vivo in Campo dei Fiori, martire ed eroe del libero pensiero, ove da anni gruppi politici laici e radicali lo celebrano.
La tradizione racconta che il filosofo dopo averla sentita pronunciare, abbia risposto ai suoi accusatori: ‘Avete più paura voi nel pronunciarla, che io nel raccoglierla’.
Nel periodo degli omaggi ai maestri dell’Utopia, la mostra vuole essere ‘’un ulteriore stimolo alle ricerche filosofiche sull’epoca dei due pensatori. Un’occasione straordinaria per gli studiosi, considerando che di alcune edizioni di Bruno sono censite appena trenta copie in tutto il mondo.
Proibiti per sempre dalla Chiesa. “Iordani Bruni Nolani libri scripta omnino prohibentur”; “Thomae Campanellae opera omnia omnino tolluntur”
Ancora Roma, 7 agosto 1603.
Quella mattina, spiega il depliant della Mostra , alle porte della Cancelleria Apostolica, il cursore Laerzio Cecchetti affigge un editto del Maestro del Sacro Palazzo, Giovanni Maria Guanzelli da Brisighella, che notifica la proibizione di una sessantina di libri. Per alcuni di questi, si stabiliva una necessaria ‘emendatio ed expurgatio’, come previsto dalla ‘Instructio’ dell’edizione dello ‘Index librorum prohibitorum’, promulgata da Clemente VIII nel 1596.
Ma per una decina di autori, la condanna è senza appello. Come indica la forma: ‘Opera omnia omnino prohibentur’. Accanto ai nomi degli eretici e degli eresiarchi nell’edizione dell’Index nel 1559, figurano i due più grandi filosofi italiani tra Cinquecento e Seicento: Giordano Bruno (1548-1600) e Tommaso Campanella (1568-1639), i più emblematici per il comune destino di ribellione, fuga, persecuzione e censura.
Il percorso della Mostra prende spunto dalla perentoria condanna dei due filosofi nell’Editto del Maestro del Sacro Palazzo, “Iordani Bruni Nolani libri scripta omnino prohibentur“; “Thomae Campanellae opera omnia omnino tolluntur”. Nell’Editto si intimava “di provedere con diligenza, e sollecitudine, che in quest’Alma Città di Roma non si stampi, vendi o in qualsivoglia modo tratti, e maneggi libro alcuno prohibito o sospeso”.
Il prezioso volume in cui sono uniti ‘De la causa, principio, et uno’ (1584) e ‘De l’infinito universo et mondi’ (1584) di Bruno porta la nota manoscritta “ex dono Joannis Florio”. Giovanni Florio (1553-1625) fu amico caro di Bruno e fine letterato dell’Inghilterra elisabettiana. Il ‘De monade numero et figura’ (1591) del pensatore ex frate domenicano rivela invece la provenienza del filosofo tedesco Luderus Kulenkamp (1724-1794) che possedeva anche manoscritti del Nolano. L’esemplare di ‘Prodromus philosophiae instaurandae’ (1617) di Campanella mostra una dedica autografa del curatore dell’edizione Tobias Adami (1581-1643).
Divisa in due parti ordinate cronologicamente e dedicate rispettivamente al Nolano e allo Stilese, la mostra presenta soprattutto le splendide e molto rare prime edizioni, ma anche stampe di vedute e il ritratto a olio di Campanella eseguito a Parigi nel 1639. L’idea guida della Mostra consiste nel presentare “vedute” di libri e di luoghi di entrambi gli autori. Anzitutto Giordano Bruno che viaggia per tutta l’Europa da Nola a Napoli, Roma, Ginevra, Parigi, Londra, Wittenberg, Praga, Helmstedt, Francoforte, Zurigo, Padova, Venezia fino al ritorno, ma non come uomo libero, a Roma.
E poi Tommaso Campanella, pur rimanendo in Italia fino al 1634, quando e’ costretto a fuggire in Francia dove potra’ finalmente curare la pubblicazione delle proprie opere, ha tra il 1617 e il 1630 un notevole numero di scritti editi a Francoforte sul Meno, grazie all’interessamento e alle cure dell’amico tedesco Tobias Adami.
Affidati a Eugenio Canone per la parte filosofica e Annette Popel Pozzo per la parte catalografica, i pezzi esposti si pongono l’obiettivo di fornire non solo un’esposizione ragionata del rilievo che hanno avuto i singoli testi ma anche informazioni sull’epoca. Il tempo passato sui libri secondo Bruno procura amabilita e stimola tolleranza.
Nello ‘Spaccio de la bestia Trionfante’, il personaggio principale, Sofia, fa un’appassionata difesa dei libri e di una biblioteca pubblica libera e senza censure: “Non è lezzione, non e’ libro - afferma Sofia - che non sia essaminato da dei, e che se non e’ tutto balordesco non sia approvato, e messo con le catene nella biblioteca commune: perche’ pigliano piacere nella moltiforme representazione di tutte cose, e frutti moltiformi de tutti ingegni” (ed. “Biblioteca dell’Utopia”, vol. 10, Milano 2000, p. 139).
Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Opera Omnia
curata dal Prof. Eugenio Canone e dalla stessa Popel Pozzo, aperta a Milano dal 24 agosto fino al 2 ottobre alla Fondazione Biblioteca di via Senato 12, nella Sala Tommaso Campanella (da lunedi a venerdi, 9.30-13.00/14.30-18.00. Ingresso libero. Per informazioni Tel. 02 76215329, www.bibliotecadiviasenato.it).