Mario Trufelli premiato a Trivigno, la storia di un lucano e della sua gente.
7 Set 2009 | Segnalati, Gli Articoli di EOS
Mario Trufelli è padrone della scena, del resto la sala consiliare del comune di Trivigno non può spaventare il primo presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Lucania, ma sul suo volto è palese un’emozione che è figlia della modestia.
Trivigno, un piccolo paese della provincia di Potenza, in Basilicata, in occasione dell’Anniversario del Seminatore, sceglie, per la prima premiazione ai lucani che si distinguono nel mondo, Mario Trufelli, giornalista, poeta e pittore. Il 30 agosto il paese è in festa, il palco esterno alla sala consiliare è già pronto per la band che non manca mai nelle feste popolari, dopo saranno stappate le bottiglie e si ballerà, ma prima è il momento di raccontare una storia. Anche i bambini sono accompagnati per ascoltare di un loro corregionale che è rimasto in una terra difficile e che è con loro per raccontare il suo percorso. Perché, come ricorda Franco Padula, l’imprenditore che ha fortemente appoggiato la manifestazione: Michele Allegretti dice che tutti quanti noi siamo seminatori, seminatori di idee. È in queste parole la spiegazione della premiazione al giornalista che per vent’anni ha collaborato al la trasmissione Check-Up.
Un impegno vario quello di Mario Trufelli, nato nella provincia di Matera, Tricarico, e che non ha mai voluto né potuto lasciare la sua terra, nonostante gli impegni esterni, i viaggi e i reportages dall’estero.
“Io sono un lucano doc, credo di aver trasmesso questo in poesia”. Così si presenta alla cittadinanza del piccolo paese che ha deciso di festeggiare un lucano che ha saputo raccontarli. In un momento di crisi economica come questo, con l’eco della notizia dei sette operai della Lamse di Melfi, affiliata della Fiat, che sono saliti sulla sommità dello stabilimento per protestare contro la prossima chiusura, questo paesino lancia un urlo di incoraggiamento a se stesso.
“I lucani sono un popolo a sé, hanno paura anche dell’ombra che vedono di se stessi, ma sanno lavorare seriamente.” Così il poeta e giornalista descrive la sua gente. Gente che ha saputo raccontare, nei momenti più difficili quelli del terremoto dell’ ‘80 che ha visto la Basilicata crollare, ricordi che si sono risvegliati con la tragedia aquilana del 6 aprile 2009.
Quando fu la terra lucana a tremare Mario Trufelli era a Balvano (PZ) e, dopo aver toccato con mano la disgrazia e averla raccontata alla gente, facendo il suo lavoro, quella stessa sera, il 28 novembre, si è chiuso in una riflessione intimistica e ha scritto una poesia. Così il giornalista, il narratore di storie, si rivela poeta.
Con una nuova consapevolezza l’uomo e, non più solo il giornalista, intraprende un viaggio attraverso la storia della gente, per usare parole di Sinisgalli, poeta che fu suo amico ed estimatore. Come L’Erbavento, che dà il titolo ad una raccolta di poesie pubblicata in occasione di un’altra riconoscenza avuta dal comune di Montemurro, paese natale di Sinisgalli, Mario Trufelli è descritto con il cuore nel vento e le radici nella pietra. Con queste radici ben piantate che non lo hanno mai staccato dalle rocce nude di questa terra che non è triste, ma pensosa e sapiente come il suo popolo, l’uomo, e il poeta, ha compiuto il suo viaggio che lo ha portato in una serata calda del 2009 di fronte alla gente di Trivigno che lo ha scelto come suo simbolo, come scelse anni addietro la statua del Seminatore che accoglie chi entra nel paesino di montagna.
Come ricorda lo stesso Trufelli, parlando di un altro “lucano doc”: Scotellaro parlava alla gente e con la gente, per questo faceva poesia civile. Per questo, aggiungiamo, anche Mario Trufelli è arrivato al cuore della sua gente leggendola e raccontandola.
Foto di Enzo D’Arienzo