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Direttore Paolo Vannini - Direttore Editoriale Pierluigi Massimo Puglisi

26 Lug 2009

Milano, da Finarte dipinti e arredi antichi il 29 settembre

 Fra i dipinti un fondo oro dato a Paolo Veneziano (cm. 38×22, stima: 60/70.000 Euro), 3 dipinti del Magnasco, poi Bison, Longhi, Michelangelo da Campidoglio. Veràà battuto un nucleo di importanti ceramiche delle maggiori manifatture italiane e fra gli arredi  uno splendido cassettone a ribalta con alzata lastronato in violetto e filettato in bois de rose, Genova metà del XVIII secolo (cm. 228×124x59, stima 90/120.000 Euro).

Tra i numerosi dipinti antichi si segnala un nucleo di preziose tavole a fondo oro, provenienti da un colto collezionista privato di Brescia, che in questi ultimi decenni ha acquistato importanti opere antiche e moderne, tra cui spicca un solenne San Giovanni Battista, tempera su tavola a fondo oro, eseguita da Paolo Veneziano (cm. 38×22, stima: 60/70.000 Euro)Nella Venezia della metà del XIV secolo, Paolo Veneziano elaborò un particolare e nuovo linguaggio pittorico che generò il rinnovamento dell’arte lagunare e influenzò in modo determinante anche la pittura delle regioni sulle sponde dell’alto Adriatico.

Questa tavola è stata assegnata a Paolo Veneziano da Roberto Longhi, tramite una lettera datata 24 ottobre 1969. Forse un tempo a figura intera, può esser stata originariamente parte di un polittico. Per l’attenzione dell’artista nel costruire la figura, dal volto arguto e dalle movenze eleganti e sobrie e per il contorno sinuosamente raffinato la nostra tavoletta trova puntualissimi riscontri in altre immagini di San Giovanni Battista eseguite dal pittore veneziano: quelle conservate rispettivamente presso il Museo Correr di Venezia e il County Museum di Los Angeles, anch’esse frammenti di composizioni più ampia, e quella dello scomparto di polittico dell’Art Institute di Chicago.

Non meno importante la Madonna con Bambino e frammenti di scene sacre (tempera su tavola, cm. 68×60, stima: 65/75.000 Euro).

La tavola, frammento di un dossale di maggiori dimensioni, fu pubblicata da Edward Garrison nel 1949 nel volume Italian Romanesque panel painting, quando ancora si trovava in una collezione romana: all’epoca era già stato ridotta nella forma ottagonale con la quale si presenta anche oggi.

Nello scomparto centrale compare la Madonna in atto di allattare il Bambino, secondo l’iconografia bizantina della Galakthotrophousa. Ai lati si possono ancora decifrare i resti di alcune scene: a sinistra l’Ultima Cena e (probabilmente) la Cattura di Cristo, mentre a destra è possibile riconoscere solo l’episodio di Cristo al Limbo. In basso comparivano Cristo e gli apostoli, e nella parte alta si scorgono i resti di una Crocifissione. Tuttavia le scene dovevano certo essere più numerose.

Il pittore è un artista dalmata, come già notato da Garrison, che rivela tuttavia uno spiccato interesse per la pittura gotica di area veneta (non solo veneziana), come dichiarano le punzonature, la vivacità narrativa degli episodi minori, e il bellissimo velo di Gesù che in alto si spezza in pieghe angolose, per poi ammorbidirsi d’improvviso nella parte bassa formando un elegante ricciolo.

Troviamo infine due tempere su tavola a fondo oro raffiguranti la Crocifissione con la Vergine e san Giovanni e San Giacomo e sant’Antonio, di un artista anonimo della fine del XIV secolo appartenente alla cerchia di Agnolo Gaddi (cm. 25×11,5 ognuno, stima: 38/42.000 Euro), opere studiate da Roberto Longhi nel 1962.

Uno dei motivi di maggior interesse della vendita è la presenza di un nucleo di importanti ceramiche delle maggiori manifatture italiane, in particolare le famose botteghe dell’Italia centrale, le cui creazioni erano un tempo richieste dai regnanti di tutta Europa ed ora sono amate e ricercate da numerosi collezionisti.

In particolare segnaliamo una crespina istoriata in maiolica policroma rappresentante il mito di “Minerva e le Muse” (Urbino, metà del XVI secolo, d. cm. 31,5, stima: 12/15.000 Euro). È un oggetto di squisita fattura, nei toni del giallo, azzurro, ocra, verde e manganese: in primo piano, sulla sinistra, si trova la figura di  Minerva loricata con elmo e lancia e, di fronte, sulla destra, il gruppo delle Muse con strumenti musicali, ai piedi di una collina boscosa.

Non meno bella e preziosa un coppa amatoria in maiolica policroma (Probabilmente Castel Durante, XVI secolo, d. cm. 18, stima: 6/8.000 Euro). Al centro della coppa, colorata di verde ramina, turchino, giallo, ocra e manganese, troviamo un  busto di donna di profilo con pettinatura rialzata e trattenuta da un fermaglio. Dietro il capo, un nastro con due leggeri svolazzi laterali, reca l’iscrizione Dianora B.

Tre dipinti di Alessandro Magnasco

L’artista genovese nato nel 1667 e morto nel 1749 è presente con tre opere significative della sua lunga e fortunata carriera:

  • Capriccio con due lavandaie in riva a uno stagno e due uomini sdraiati (olio su carta applicata su tela , cm. 34×43; stima: 12/16.000 Euro)
  • Capriccio con lavandaie, fanciullo, viandante a riposo e altre figure (olio su tela applicata su tavola, cm. 22,5×33; stima: 6/12.000 Euro)
  • San Francesco in estasi con un angioletto (olio su tela, cm. 26,5×16; stima: 10/15.000 Euro)

Mobili e arredi antichi

Di rilievo la sezione dei mobili e degli arredi antichi, da decenni considerati un “must” per chi desidera arredare la propria abitazione in maniera elegante e raffinata. Fin dalla sua fondazione, cinquant’anni or sono, Finarte ha sempre dedicato grande attenzione nel selezionare gli esemplari da inserire nei propri cataloghi, così da garantire al massimo i propri acquirenti.

Tra le molte proposte di notevole valore artistico e storico è sufficiente citare uno splendido cassettone a ribalta con alzata lastronato in violetto e filettato in bois de rose, eseguito a Genova nella metà del XVIII secolo(cm. 228×124x59, stima 90/120.000 Euro).

Un bel paesaggio irlandese

Non va dimenticato inoltre un bel Paesaggio con l’approdo di una barca presso un castello, per il quale il professor Sergio Benedetti ha confermato l’assegnazione alla mano di Robert Carver (olio su tela, cm. 94×127; con cornice intagliata e dorata del XX secolo, stima: 3.500/5.500 Euro).

Robert Carver fu uno dei pittori irlandesi di paesaggio più stimati della seconda metà della diciottesimo secolo. Ottenne successo anche come pittore di scene teatrali. Verso il 1769 Carver si trasferì a Londra ove divenne infatti il principale pittore di scena al Garrick Theatre in Drury Lane. Tra 1765 e 1768 partecipò con venti dipinti alle esposizioni della Free Society of Artists di Londra, diventandone poi Presidente nel 1777.

Altri dipinti

Segnaliamo, infine, un Capriccio lagunare, tipico esempio della fase giovanile di Giuseppe Bernardino Bison allorquando egli volle richiamarsi direttamente a Canaletto (olio su tela, cm. 36,5×48; stima: 18/22.000 Euro), una coppia di tele raffigurante venditori di stampe, un soggetto raro e curioso del veneziano Alessandro Longhi (olio su tela, cm. 37×27,5, stima: 24/28.000 Euro) e una bella Natura morta con fichi, melagrane, lattuga e altra frutta di Michele Pace, detto Michelangelo da Campidoglio (olio su tela, cm. 70,5×97,5; stima: 16/18.000 Euro). Quest’ultimo quadro proviene dall’eredità della figlia del famoso scultore Francesco Messina ed il ricavato della vendita andrà a beneficio di tre enti: la Fondazione Piero e Lucile Corti Onlus; l’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola e l’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Asta: Milano, martedì, 29 settembre 2009: ore 15.30

Esposizione:

da giovedì, 24 a lunedì, 28 settembre 2009  

orario: 10.00-13.00 - 15.00-19.00

Milano: Palazzo Busca - Corso Magenta 71

Tel. 02 3657311 - Fax 02 36573150 - Internet: http://www.finarte.it/

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