Milano. Andy Warhol “Repetition”
3 Ott 2008 | Segnalati, Preview delle Mostre
“…Repetition adds up reputation…” il titolo della mostra trae origine da questa celebre frase di Andy Warhol. Il concetto di ripetizione, o meglio di serialità, è infatti uno degli aspetti più significativi ed innovatori dell’opera di Andy Warhol: mentre tutta la tradizione artistica occidentale privilegia il concetto di unicità, per Warhol vale esattamente l’opposto. La forza di penetrazione dell’immagine si accentua attraverso la ripetizione ossessiva della stessa. Questo principio vale per tutta la sua produzione. Non solo per i dipinti, che non a caso vengono concepiti e presentati molto spesso come serie monotematiche (Brillo box, Marilyn, Jackies, etc..), ma anche e soprattutto per l’opera grafica.
Nell’arco della sua carriera infatti Warhol esegue numerosi portfolios, ovvero edizioni non di singole serigrafie, ma di cartelle costituite da più fogli. Si tratta di una sola immagine riproposta con differenti colori (si veda ad esempio la cartella delle Marilyn o delle Electric chairs), oppure di fogli differenti l’uno dall’altro, sia nel colore che nel disegno.
La mostra, che intende approfondire questo aspetto così importante dell’opera di Warhol, presenta integralmente ben quattro portfolios: Hammer and Sickle, St. George and the Dragon, Sex parts e A is an alphabet. Il visitatore potrà così cogliere appieno il significato di queste opere, troppo spesso separate e vendute come fogli singoli, ma concepite per essere apprezzate nel loro insieme.
Mentre il portfolio Hammer and Sickle presenta varianti significative nella composizione, St. George and the Dragon, oltre ad essere una riflessione sull’arte del Rinascimento, tanto apprezzata da Warhol, è un esempio in cui la composizione è identica, mentre la gamma cromatica varia fra un foglio e l’altro.
Esposti anche due lavori dedicati a Beuys che non fanno parte di alcuna edizione e quindi sono a tutti gli effetti pezzi unici. E’ interessante notare, in questo caso, come il volto del celebre artista tedesco venga riproposto ben quattro volte su ogni foglio, a dimostrazione dell’importanza che Warhol riserva a questo procedimento seriale. La scelta di ritrarre un artista a lui contemporaneo non deve stupire. La figura carismatica di Beuys, grazie anche a Warhol, diventa un’icona dell’arte contemporanea.
Infine, la mostra è completata da due serigrafie appartenenti al portfolio Shoes e da due serigrafie appartenenti al portfolio Shadows, nelle quali si potrà apprezzare la raffinatezza tecnica raggiunta da Warhol negli anni ottanta: la carta è, infatti, ricoperta da uno strato di polvere di diamanti che conferisce un inedito effetto di luminescenza.