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17 Gen 2015

Bologna. Memorie di equilibrio

memorie di equilibrio
water & land grabbing

Artisti: Daesung Lee, Mattia Novello, Giulio Crosara
Progetto a cura di Anna d’Ambrosio
Testo critico di Chiara Fanucci
Press Vittorio Schieroni
Setup Bologna 23_25 jan. 2015
Piazza XX Settembre 6

Daesung Lee

Il presidente di Nestlé, l’austriaco Peter Brabeck, ha dichiarato:
“l’acqua non è un diritto umano, è una necessità che si paga. È contrattabile come i salari. Occorre trasformare l’acqua in un moderno prodotto di mercato con un suo prezzo”.

La galleria AMY D Arte Spazio in occasione di SETUP presenta il nuovo progetto economART che apre la stagione espositiva 2015.
Nel 2012 con il progetto “Fame di terra” abbiamo parlato (con il linguaggio dell’Arte) di “Land Grabbing”; oggi, nel 2015, con il “Water Grabbing” forniremo una documentazione e investigazione su quella che viene definita la “corsa all’oro blu” o dell’acqua, vero e proprio esproprio delle risorse idriche.
I due fenomeni sono facce della stessa medaglia, interdipendenti: una nuova forma di efferato colonialismo.
Gli investitori internazionali comprano terre e acqua in egual misura, una volta ottenuta la terra devono garantirsi l’accesso diretto a fonti idriche, soprattutto per il tipo di coltura e per il tipo di business che portano avanti: l’agrobusiness. Ciò comporta migrazioni forzate: milioni e milioni di persone in tutto il mondo.
Tutto questo è:
“Futuristic Archaelogy” progetto creato in Mongolia, dall’artista coreano Daesung Lee.
Egli parla del rapporto tra desertificazione e nomadismo e di come questo rapporto si è trasformato radicalmente in questi ultimi anni, tanto da spingere l’artista a creare sorte di scenografie archeologiche, le stesse che Lee immagina esposte nei musei del futuro.
Daesung Lee, classe 1975, premio Sony World 2013 con “Ghoramara” progetto sui profughi ambientali presenta per l’edizione 2015 di SetUp e per la prima volta in assoluto in Italia “Futuristic Archaelogy”.
“Sintesi” 2014 dell’artista veneto Mattia Novello, classe 1985, pannello termoisolante di Aeropan (Aerogel e polipropilene) dell’americana AMA Composites trasformato in gioco del labirinto.
“Controllando una goccia d’acqua colorata tra i vari ostacoli ci si fida del proprio istinto e centrando la buca, la casualità colorerà un foglio di carta posto nel cassetto”. (azione performatica = opera che diventa)
L’artista è stato il protagonista assoluto di “The Transparent Dream” maggio 2014, progetto economArt sull’introduzione di nanotecnologie in Arte Contemporanea. Con “Peso piuma” 2014 ha creato il primo lavoro al mondo in aerogel di grafene.
Giulio Crosara, nato a Padova nel 1984, reduce dal Festival della Scienza di Genova (dove ha presentato “TheSmart Sponge” 2014 la spugna intelligente a struttura esagonale) sarà presente con una performance.

Eccellenze artistiche e sperimentazione tecnologica avranno grande visibilità all’interno di SETUP che traghetterà questo progetto all’EXPO 2015.
Approfondimento:

Si parte da quello che Piero Basso chiama il grande paradosso del nostro tempo.
Produciamo un terzo in più di quanto è necessario per sfamare tutti gli abitanti del pianeta. Ne buttiamo via una quantità in grado di sfamare 2 miliardi e abbiamo un miliardo di affamati e un miliardo di obesi.
Se EXPO voleva seriamente “esporre” un così grande tema, doveva partire da questo paradosso e mettere prima di tutto al centro il diritto all’acqua: il nutrimento per antonomasia.
La scelta di EXPO di far esporre le multinazionali responsabili di ciò è una scelta politica e soprattutto economica.
Se infine si risponde che EXPO non è un evento politico ma solo un’esposizione, allora è un grande imbroglio perché 70 multinazionali partner di EXPO sono un fatto politico con:
Monsanto, la multinazionale dei semi più contestata al mondo, che presenta “100 km blu” progetto dal nome accattivante.
Coca Cola, partner soft drink, con un padiglione Corporate che racconta il proprio modello di sostenibilità, “basato sulla promozione di stili di vita attivi, sull’importanza di un’alimentazione equilibrata, sull’innovazione del prodotto e sulla protezione dell’ambiente”.
In ogni parte del mondo dove manca l’acqua potabile c’è la bottiglietta di Coca Cola.
McDonald’s con lo slogan “Nutriamo il mondo”.
I suoi hamburger e il suo pollo fritto sono il simbolo dell’obesità nel mondo.
Barilla con il progetto educativo “Risparmiamo il pianeta”, multinazionale oggi americana,
controlla Motta, Mulino Bianco, Gran Pavesi, Voiello, Le spighe, Le Tre Marie e molti altri marchi.
Nestlé gestisce la piazza tematica dell’acqua ed è ufficialmente L’acqua di EXPO.
Ha vinto la gara internazionale accantonando l’acqua pubblica di Milano, affermando che l’acqua è un prodotto commerciale. La più grande Corporation con la più grande offerta di cibo nel mondo: 47 marchi di bevande, 33 di alimenti e 4 di latte per neonati di cui possiede il monopolio.
Mekorot Israel’s National Water Company “Fields of Tomorrow”.
L’azienda idrica di Israele e Israele stesso presentano la moderna politica dell’acqua in agricoltura.
Una politica sciagurata che genera guerre, che toglie con la violenza l’acqua ai palestinesi e che ha ridotto il Giordano un rigagnolo, abbassando il livello del lago di Tiberiade.

Il water grabbing è definitivamente il nuovo fenomeno della nostra epoca e ne esistono diverse tipologie di ed è importante conoscerlo e combatterlo, proprio come il land grabbing.
Imperialismo agricolo ed idrico con il rischio di creare un sistema “neo-coloniale”.
La nostra proposta è “new water ethic” che si basa su quattro principi base:
l’acqua come diritto umano
l’acqua come patrimonio pubblico che non si può né vendere né comprare ma maneggiata con cura per le generazioni future
l’acqua in quanto diritto, di per sé, per l’ambiente, per le altre creature
l’acqua per il potenziale insito ad essa nell’insegnarci a vivere tutti insieme, come veicolo di pace, non di guerra

Maude Barlow, leader della campagna internazionale per il riconoscimento dell’acqua come diritto umano da parte dell’ONU e membro del consiglio dell’International Forum on Globalization, ne parla nel suo ultimo libro “Blue Future: Protecting Water For People And The Planet Forever” .
Negli USA-Canada-Cile-Australia, la compravendita dei diritti allo sfruttamento dell’acqua è già operante. Il magnate texano Boone Pickens ha comprato un lago in Alaska e lo ha rivenduto all’Arabia Saudita e alla Cina; mentre in Cile, l’acqua dei fiumi è lottizzata e venduta all’asta. Il water grabbing è la realtà di tutta l’Africa.
Chiara Tonelli docente di genetica scrive: “Aumentando la popolazione, la terra a disposizione per produrre diminuisce: nel 2030 saremo più di otto miliardi, con solo 1.800 mq coltivabili a testa.
In un mondo che nel 2050 dovrà sfamare dieci miliardi di bocche, la disponibilità di acqua - tre quarti delle riserve idriche sono destinate alla produzione di cibo - diventerà una risorsa strategica, fondamentale per la sostenibilità globale”.

L’acqua è vita: da lì passa ogni progetto di sviluppo, ogni ipotesi di sostenibilità per il pianeta.

Amy-d Arte Spazio
Via Lovanio 6, 20121 Milano
www.amyd.it, [email protected], +39.02.654872