FotoGrafia Festival. Roma invasa dalla fotografia.
di Lucrezia Alessia Ricciardi -
X edizione, sotto la cura attenta di Marco Delogu. Seconda al Macro Testaccio. Il Festival presenta - un po’ sacrificato forse negli spazi enormi del Macro a Testaccio, che rendono le mostre un po’ tutte uguali, chiuse in un percorso troppo obbligato - un’ampia scelta di fotografie e altrettanti eventi. Roma è un po’ un simbolo del peso che la fotografia, oggi, ha nella cultura artistica contemporanea. Il Festival la ricorda anche con le fotografie di Alec Soth “La Belle Dame Sans Merci”, a cura di Marco Delogu, titolo preso da un verso di John Keats che ha guidato il lavoro del fotografo americano, riconosciuto come uno dei grandi esponenti della fotografia on-the-road, premiato da Commissione Roma che ogni anno chiede un tributo alla città eterna da un grande fotografo. Il tema di questa edizione è Motherland, una ricerca delle origini, dei legami. Ogni fotografo risponde a suo modo: il richiamo alle proprie origini è declinato in molteplici forme, anche alcune che non convincono.
Senza cadere in discorsi troppo semplicistici - poiché la fotografia non è un’arte semplice - non convincono, ma di più, lasciano perplesse alcune scelte, alcune tematiche che sono un po’ “sempre lì” ad aspettarti a una mostra fotografica. Una finestra sulla vita intima, a metà fra il fotografo domestico e una citazione celebre, una finestra sull’abbandono degli oggetti e dei luoghi, il “qualcosa e niente” che sta in (forse) troppe fotografie. La raffinatezza e l’energia trasmesse solo due edizioni fa, in questa, sembrano quasi assopite.
Ma non è tutto perduto. Anzi. Fra gli otto fortunati e sconosciuti fotografi tre meritano attenzione particolare. Valentina Vannicola reinterpreta la Divina Commedia nel ciclo di fotografie “L’Inferno di Dante” dedicate alla rappresentazione dei gironi danteschi, bellissime nel loro B/N e nella costruzione di immagini semplici ma che condensano tutto, quasi come un’illustrazione da volume (anzi, potrebbero davvero sostituirle), Giorgio de Finis con “Space Metropoliz - ritratti prima della partenza” riesce a mescolare ricordi con modernità, creando immagini alle volte quasi comiche (il tipo che legge il giornale che titola “L’uomo sulla Luna” e l’impianto stereo ultramoderno a lato) surreali, una storia che mescola ancora provini cinematografici a foto ricordo un po’ reali e un po’ fantastiche. E Francesco Fossa con “Quota Mille” fotografie d’impatto da un luogo dimenticato. Da giornalista, Fossa riesce a raccontare della gente di montagna, lontanissima dalla realtà. Non stiamo parlando di nomadi, nemmeno di una terra lontana, ma di una montagna, con la sua gente che vive in un Olimpo contadino dove sotto, mille metri più giù, c’è la vita normale. Un recupero che parte da lontano, origini dimenticate eppure vive. Basta guardare quei due vecchi, fieri, nella loro casa, lontani da TV, auto, internet. E’ il Matese, poco più di 200 km da Roma.
E, in ultimo, la raffinatezza di André Cepeda, Julian Germain, Patricia Azevedo, Eva Leitolf, Wiebke Loeper e Nigel Shafran con “Wherever I lay my camera down is home” a cura di Paul Wombell.
L’altro lato della manifestazione. Il 24 e 25 settembre, giornate densissime con incontri, workshop, presentazioni e proiezioni in moltissime sedi del Circuito 2011.
L’occhio va alla grande sezione dedicata alla fotografia giapponese, soprattutto con la mostra Mizu no Oto - Sound of Water, sul tema dell’acqua con le foto di Rinko Kawauki, Yumiki Utsu, Mayumi Hosokura, Lieko Shiga e Asako Narahashi.
Da non perdere assolutamente sono le mostre “Territorio di luce” all’Ecole Francaise de Rome con le foto di Bernard Plossu (dal 10 al 28 ottobre), Milton Gendel in “Una vita surreale” al Museo Carlo Bilotti (dal 5 ottobre all’8 gennaio 2012), “Bas Princen” alla Casa dell’architettura” (23 settembre - 8 ottobre) e le mostre alle accademie internazionali di Roma, come Eric Poitevin all’Accademia di Francia, e la collettiva Pandora, a cura di Masasam, collettivo di curatrici spagnole alla Reale accademia di Spagna.
Troppe le gallerie del Circuito 2011, ma segnaliamo da Doozo “My mother’s clothes” di Jeanette Montgomery Barron, “Flickrland: the motherland of memories” alla Galleria Gallerati, Oliver Thebaud e Tano D’amico alla S.t. Senza Titolo, Nicole Voltan alla whiteclubalpigneto.
Il Festival si allarga in maniera capillare, fino ad arrivare ai lettori. Spazio su Repubblica.it e concorso sul tema “Motherland” e i vincitori saranno annunciati il 22 e 23 ottobre, date conclusive del Festival.
L’evento in pillole:
FotoGrafia
Macro Testaccio dal 23 settembre al 23 ottobre
web: http://www.fotografiafestival.it
Playlist:
Movin’ down the line - Raphael Saadiq
Big Easy - Raphael Saadiq