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28 Lug 2017

Milano. La ritualità nelle fotografie di Antonio Biasiucci

Ultimo giorno per visitare la personale di Antonio Biasiucci presso l’Open Space dell’Università IULM di Milano: il progetto artistico, organizzato dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati, indaga una parte della produzione artistica del fotografo campano incentrata sul tema del processo rituale.

di Vittorio Schieroni

Antonio Biasiucci. Riti

Le recensioni delle mostre vengono di solito pubblicate in occasione dell’apertura o al più tardi entro pochi giorni dalla data dell’inaugurazione. Nel mio caso, non avendo intenzione di scrivere una recensione vera e propria, quanto piuttosto una breve nota del mio passaggio, ho scelto proprio il giorno di chiusura per visitare la personale del fotografo Antonio Biasiucci (Dragoni - Caserta, 1961) Riti, che si è tenuta da maggio a luglio presso IULM Open Space di Milano. Da ex studente dell’Università impegnato da diversi anni in attività curatoriali e relative alla comunicazione e all’organizzazione di mostre in spazi privati e pubblici, spesso dedicate proprio alla fotografia, è stato un piacere tornare ancora una volta in questa prestigiosa Istituzione, che ha saputo recentemente dotarsi di una location adeguata a ospitare esposizioni di rilievo, prima tra tutte quella di Fabrizio Plessi nel 2015.

Riti, un progetto interamente curato dagli studenti iscritti al secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati della Facoltà di Arti, turismo e mercati, con il coordinamento critico di Anna Luigia De Simone e il percorso espositivo firmato dall’architetto Gianluca Peluffo con il supporto gestionale dello staff di Triennale di Milano, è incentrato su una specifica parte della produzione artistica di Biasiucci che ha come elemento accomunante la ritualità, intesa come gesto creatore e distruttore, che si intreccia al processo creativo dell’artista. L’allestimento, che comprende opere dagli anni ’80 ai giorni nostri, è strutturato in cinque sezioni: dalle immagini fotografiche dei riti portatori di morte – Crani e Vapori, dove è interpretato l’atto di uccidere il maiale – a quelle dove è narrata la vita – Impasto e Pani – fino alla videoinstallazione site specific Corpo latteo, appositamente pensata per questa mostra, dove il visitatore si trova immerso in una sorta di grembo materno.

Antonio Biasiucci. RitiAntonio Biasiucci. Riti

In esposizione interessanti opere in bianco e nero, talvolta tendenti all’astrazione, dove la luce crea sfumature ed evanescenze oppure, al contrario, ha un ruolo fondamentale nel far emergere dettagli netti dal nero indistinto: sono le immagini che l’artista ha scelto per esplorare il tema della ritualità, vecchi e nuovi riti che fanno parte della nostra vita e che vanno giocoforza a condizionare anche la pratica artistica. Attraverso la sua fotografia, che trae spesso spunto dalla sua terra d’origine, Antonio Biasiucci indaga da sempre storie universali di vita e di morte, di nascita e distruzione, di origini, decontestualizzando i soggetti ritratti ed estraniandoli dai loro punti di riferimento culturali per arrivare a un’essenza in grado di parlare a tutti.

Antonio Biasiucci. Riti
Mostra svoltasi dal 4 maggio al 28 luglio 2017
IULM Contemporary Exhibition Hall, Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, Via Carlo Bo 1, Milano
www.iulm.it

Antonio Biasiucci. RitiAntonio Biasiucci. Riti