Testata di informazione sul mercato dell'arte e la cultura
Direttore Paolo Vannini - Direttore Editoriale Pierluigi Massimo Puglisi

10 Feb 2010

FOIBE, nessuno tocchi Caino, ma nessuno dimentichi il suo nome e quel che ha fatto

foibe-07.jpgServe è qualcosa sapere?

Serve a qualcosa sapere solo oggi che aver saputo qualche decennio prima avrebbe potuto modificare il giudizio non solo storico, ma morale e politico su chi ancora oggi pretende chiamarsi eroe e affermare che non tutti i morti possono essere messi sullo stesso piano?

I negazionisti avevano vinto. Ma la verità si è fatta lentamente, dopo decenni, spazio.

Soltanto due settimane fa è stata celebrata in Italia e in tutto il mondo la Giornata della Memoria, dedicata al ricordo della Shoah, una delle pagine più nere della storia dell’umanità, che costò la vita a milioni di ebrei, zingari ed omosessuali.

Oggi, invece, ricorre un’altra data soprattutto come monito per il futuro: quella che segna il massacro delle Foibe.

La perdita di migliaia di vite italiane, una delle più grandi stragi tra quelle consumate durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, in questo caso dall’Armata di Liberazione Popolare della Ex-Jugoslavia.  Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso, le “foibe”.

A sessant’anni di distanza è necessario far conoscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai sentito parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo “foibe”, a chi non ha mai avuto risposte alla domanda “cosa sono le foibe?”.

E’ necessario ricordare, a chi già conosce la storia delle foibe, ai figli e ai nipoti di chi dalle terre d’Istria e di Dalmazia è dovuto fuggire, cacciato dalla furia slavo-comunista e anche capire perchè, a guerra ormai finita, migliaia di persone hanno perso la vita per mano di partigiani comunisti e perchè, per sessant’anni, la storia d’Italia è stata parzialmente cancellata.

Di frequente le vittime, prima di essere ammazzate, venivano strappate alle loro famiglie, accecate, mutilate, evirati gli uomini, stuprate le donne, torturate, oltraggiate, tormentate e seviziate. Dopo questi supplizi i più fortunati venivano fucilati ed “infoibati”, gli altri legati col filo spinato insieme ad un cadavere e spinti ancora vivi nei crepacci a soffrire una lenta morte di fame e di stenti.

Condivido il principio dei Radicali: che nessuno tocchi Caino, ma vorrei che nessuno dimentichi il suo nome e quel che ha fatto.

M.P.

articoli correlati:  

Roma, Foibe, Martiri dimenticati, una mostra per spezzare la congiura del silenzio

Share

  • Gli Articoli di EOS

    Boldini a Ferrara: note a margine sulla mostra dedicata ad un artista grandissimo, di pessimo carattere ma di ottime quotazioni di mercato

    I Venti di Eos. Dopo il Carnevale, festeggiamo con l’arte.

    L’Istituto Centrale per il Restauro è un “senzatetto. Intervista a Fabiano Ferrucci di Marcello Mottola

    Sacra Mirabilia, a Castel Sant’Angelo tesori d’arte sacra da Castiglio Fiorentino, Fino all’11aprile

    Polaroid ultimo atto. In vendita gli “scatti d’autore”, alla ricerca di diecimila dollari per saldare il debito.

    FOIBE, nessuno tocchi Caino, ma nessuno dimentichi il suo nome e quel che ha fatto